Arte della fusione

Oggetti della fonderia

Descrizione

L'arte

La lavorazione del bronzo a Tortorici data da tempi remoti: probabilmente, con l’agricoltura, la pastorizia e la lavorazione del ferro, dell’argento e dello stagno, era una delle attività prevalenti degli abitanti di essa, quando ancora non era “Turris Tudith” (sec. XI) e il suo nucleo più consistente risiedeva, com’è opinione, presso quella località che conserva il significativo nome di “Ferrera”.

Già nel 1388 il Vescovo di Catania Simone Del Pozzo, scriveva del campanone di 66 “cantàra” realizzato dal “Mag. Nicolaus de Terra Turturichio” e tuttora esistente sul campanile del Duomo di Catania.

Il primo autore a scrivere dell’arte fusoria in Tortorici, comunque, è stato Fazello (De rebus Siculis), intorno al 1550: “Tortoricium oppidum, opificibus variis, sed in primis fabris ferrariis et campanariis clarum, quorum opera tota Sicilia diffunduntur (Il castello di Tortorici, famoso per attività varie, ma soprattutto per quelle del ferro e delle campane, i cui prodotti sono sparsi in tutta la Sicilia). La notizia sarà ribadita, due secoli dopo da V. Amico (Lexicon topographicum Siculum): “Et sane nullum aes campanum quod fuerit Tortoricianis fusum per Insulam et in proxima etiam Calabria invenies (Certamente non c’è campana, in Sicilia e anche nella vicina Calabria, che non sia stata fusa da Tortoriciani).

Oltre alla fusione delle campane venivano prodotti candelabri, mortai, artiglierie, cannoni per la spedizione di Tripoli e per le varie guerre spagnole e ancora pezzi bronzei per orologi a pesi, getti di bronzo per acquedotti, utensili per uso domestico.

Ultima famiglia di fonditori nel corso della storia fu quella dei Trusso dei quali rimane ancora l’antica fonderia attiva fino al 1956.

In un contesto di avvenimenti tesi alla rivalutazione delle attività artigianali il Centro di Storia Patria, il Comune (che ha, tra l’altro, istituito un corso per la formazione di giovani fonditori, ramai e fabbri), la Pro-Loco e la Scuola Media “N. Lombardo” hanno promosso la rivitalizzazione delle lavorazioni dei metalli in Tortorici dove, dal maggio 1999, sono state fuse alcune campane e realizzati artistici utensili in rame.


Oggetti della fonderia

Attorno al forno, struttura principale dell’arte campanaria, sistemati o sparsi per l’ambiente fonderia, tutti gli attrezzi e gli oggetti necessari alla preparazione e alla rifinitura dei manufatti fusi.

Nel cortile antistante alla fonderia sono esposte campane che a partire dal 1498 coprono i successivi secoli fino al XXI. Altri esemplari si possono ammirare nella sede del Museo di Storia Patria.

L’arte di fondere campane in Tortorici può farsi risalire al 1300 e i segreti di tale arte rimasero in seno alle famiglie di campanari fino al 1956, quando gli ultimi fonditori Trusso cessarono l’attività. Successivamente gli eredi rivelarono le regole della fusione che, decodificate, sono servite a due insegnanti della locale Scuola Media per riprendere l’arte fusoria con l’allestimento di un laboratorio di micro fusione che rende lustro e decoro alla nostra tradizione.
L’antica fonderia, sottoposta a vincolo dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina, è stata oggetto di restauro nel 2009 per la sua ri-funzionalizzazione a museo.

Ultimo aggiornamento: 03/12/2024, 12:59

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